Chef: Gabriele Boldreghini
Titolo: L’investitura
Descrizione sintetica:
Un aspirante alla prestigiosa carica di Latore di Giustizia, si sottopone all’ultima e dura prova che ne definirà i confini morali.
Ammissibilità: Sì
Conteggio parole: 3.224
Chef: Gabriele Boldreghini
Titolo: L’investitura
Descrizione sintetica:
Un aspirante alla prestigiosa carica di Latore di Giustizia, si sottopone all’ultima e dura prova che ne definirà i confini morali.
Ammissibilità: Sì
Conteggio parole: 3.224
Wow, mi hanno chiesto di parlare di cosa rappresenti per me “il gusto del Game Chef”. Da non credere! Ormai sono una specie di aficionado: lo seguo dal 2010 e vi partecipo dal 2011. Secondo me, il Game Chef è una gran figata, perché costituisce un importante momento d’incontro per tutti i giocatori della community,… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Daniele Di Rubbo”
Il gusto del Game Chef è di essere costretto. Nel momento in cui entri in gioco, hai delle restrizioni, e devi combattere contro il tuo senso del ridicolo e dell’improbabile per dare senso a una lista di segnali. E sei costretto a metterti a confronto con altre persone, e a non dare nulla per scontato.… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Fabio Succi Cimentini”
Negli anni scorsi, il Game Chef è stata una corsa adrenalinica. Pochi giorni per trasformarsi da «Non ho idee, non c’è nulla di interessante che possa uscire dal mio cervello» a «Ho scritto un gioco. Ho scritto un cazzo di gioco!». È una sensazione esaltante, gratificante e difficile da ottenere. Il pregio principale del Game… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Ezio Melega”
Cosa dire del Game Chef? Per me, da quando ho cominciato a parteciparvi, nel 2012, è sempre stato un evento rilevante. Ogni inizio di primavera comincia con «Quand’è il Game Chef?». Un privilegio che ho avuto è stato quello di vederlo crescere: da contest comunque piuttosto localizzato (principalmente a partecipazione americana) a internazionale in poco… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Giacomo Vicenzi”
Il Game Chef, per me, è un bel gioco su uno dei miei argomenti preferiti: inventare giochi. Come in altri giochi, metà del gusto è diventare più bravo a ogni partita… Ricordo che, nel 2009, scrissi un gioco che, dopo la prima partita, abbandonai con frustrazione, perché mi ero stancato più che divertirmi. Nel 2013,… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Raffaele Manzo (Rafu)”
Il Game Chef è un ritrovo piacevole per tutti gli amanti del gioco di ruolo. È un concorso di scrittura creativa di regolamenti che permette di assaporare un’incredibile ventata di creatività nel giro di pochissimi giorni. Da parte mia, ho sempre trovato affascinante immaginare delle situazioni interessanti da mettere in gioco ma, come controparte, non… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Manuela Soriani”
Il gusto del Game Chef, per me, è l’accettare la sfida con sé stessi, contro il calendario, contro la pigrizia, contro il lavoro che pressa e che fa sì che tutte quelle mezze idee di design restino lì. Tutti gli ingranaggi e rotelle e pezzi di carrozzeria nella tua testa, senza i confini del Game… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Mattia Bulgarelli”
Ho partecipato al Game Chef solamente l’anno scorso ma, nella mia limitata esperienza, condivido con altri che hanno già scritto i giudizi riguardo a questo evento. È bello trovarsi una volta all’anno, con un tema originale, con ingredienti predefiniti, a cercare d’imbrigliare l’ispirazione, di dargli forma, e di farlo nei tempi limitati del concorso. Tutti… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Davide Pignedoli”
Ho scoperto il Game Chef nel 2016, e l’idea mi ha entusiasmato sùbito: nei mesi precedenti avevo provato una caterva di giochi diversi e mi era venuta voglia di progettarne uno io, ma non trovavo la disciplina per lavorarci seriamente, individuando un tema di fondo ed elaborando delle meccaniche con cui indagarlo. Partecipare a un… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Ivan Lanìa”
Se dovessero chiedermi qual è l’equivalente “maturo” dell’adolescenziale chiudersi in una stanza e lasciare il mondo fuori, be’, per me è il Game Chef. Si tratta di un’occasione unica per concentrarmi su un gioco in brevissimo tempo, con la consapevolezza di dover produrre qualcosa, costi quel che costi. Quindi l’ansia si trasforma in ansia produttiva,… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Antonio Amato”
Detto che ogni occasione è buona per pensare a un gioco e per scrivere un gioco, per me – che da alcuni anni sono ai margini della comunità “giochereccia” – il Game Chef è la migliore delle occasioni. Anzitutto c’è l’elemento del contest – della sfida – che, di per sé, produce quel piccolo aumento… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Angela Caputo”
Ciao a tutti, mettersi alla prova in pubblico è sempre qualcosa che mi ha spaventato: sono profondamente insicuro sulle mie doti e la paura di non risultare all’altezza degli altri può farti vivere davvero male. Fortunatamente, non è il caso di questo contest: è davvero un luogo di scambio di idee, di crescita, e dove… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Davide Falzani”
Vuoi sapere un segreto? Sì, perché si nasconde un segreto nel concorso chiamato “Game Chef”. La curiosità è il primo passo. Molti altri ne servono, per arrivare a trovare la risposta. Bisogna raccogliere la voglia di mettersi in gioco e di creare qualcosa: quelle nessuno te le può regalare. Gli ingredienti indicano la via, ma… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Marco Andreetto”
Recensione di Alessandro Boatto
Spiego sinteticamente il gioco .
Un giocatore deve attraversare delle prove per diventare un giustiziere di un Regno .
Cosa mi è piaciuto nel gioco ?
La trama .
Cosa ho trovato confuso o poco chiaro ?
Nulla.
Tiro le somme.
La trama è molto bella mi è piaciuta molto , per il resto come tutti i giochi che ho avuto il piacere di leggere il regolamento è strettamente personale la narrazione , quindi sono un pò dubbioso sull’effettiva rigiocabilità nel tempo.
Alessandro, perdonami ma credo che una recensione del genere possa risultare poco utile sia per l’autore sia per i giudici. Ovviamente non è necessario scrivere tre pagine ma nel regolamento si parla di una fase di revisione paritaria (peer review per gli anglofoni). Sinceramente io non saprei neanche da dove iniziare per discutere del gioco con te, se fossi l’autore.
Recensione di Saccomandi Fulvio Il Gioco Un breve viaggio introspettivo di un possibile cavaliere. Per due persone, il “protagonista” e la “guida”. Narrazione molto libera, incentrata su pochi eventi salienti. I temi “scelti” dal protagonista, il finale deciso da alcune carte. Cosa mi è piaciuto Le parti narrative sono ben scritte. Il creatore ha lasciato margini di libertà anche nella definizione dell’ordine dei latori e dell’ambientazione. Cosa ho trovato poco chiaro Quattro pagine abbastanza fitte di testo possono risultare pesanti. Piccola nota a margine.. I titoli dei file compressi mi appaiono sbagliati. Parti da sviluppare meglio L’uso delle carte mi… Leggi il resto »
Recensione di Daniel Comerci L’investitura è un gioco per due giocatori in cui si narrerà la prova sostenuta da un Aspirante per entrare nell’ordine dei Latori di Giustizia, sorta di inquisitori, guardie e giudici di un regno che si dettaglierà giocando. Il protagonista sarà accompagnato e al contempo sfidato dallo Spirito di Giustizia, un’entità eterea che modellerà le tre Visioni della prova sui timori dell’Aspirante per saggiarne le qualità e spingerlo al limite, fino a decretarne la sorte e il futuro destino all’interno o al di fuori dell’ordine. Il gioco utilizza una meccanica molto semplice basata sulle carte da poker… Leggi il resto »
L’utilizzo delle carte è volutamente casuale, proprio per ricreare l’idea che nessun Aspirante può essere davvero sicuro di uscire “vincente” dalla prova, né di sapere se e quanto questa la cambierà. Riguardo le carte avevo pensato di utilizzare i jolly per dare un twist, e forse anche l’utilizzo delle figure (ma ci dovrei pensare bene). Però sul momento volevo dare al gioco una struttura già solida… ed avevo quasi finito le parole a disposizione. Anche l’idea di usare l’eco, come accennavo, mi sarebbe piaciuta e, se riesco a darle un senso valido, la infilerei proprio tra i suggerimenti sul come… Leggi il resto »
IL GIOCO Un gioco per 1 Master e 1 Giocatore in cui un aspirante “giustiziere” affronta tre terribili prove per testare il proprio carattere e guadagnarsi l’investitura ufficiale. – COSE BELLE L’idea di fondo è interessante. – COSE DUBBIE Che senso ha dare un valore totalmente casuale alle esperienze (traumatiche) vissute dal protagonista, in un gioco che si propone come un’esplorazione personale? Se alla fine di una scena il protagonista si sente ferito e abbattuto, dove abbiamo sviscerato e portato in tavola il suo malessere e negatività … che senso ha tirare a caso l’effetto a lungo termine di tale… Leggi il resto »
è evidente che non ti sia piaciuto, e ci mancherebbe, è un’idea embrionale e i gusti sono gusti. Dal canto mio posso dire solo che se in parte mi hai fatto riflettere sul modo in cui ho diviso i ruoli, dall’altro ho capito di non aver chiarito un paio di punti che mi hanno ispirato: – il giocatore/aspirante è quello che sceglie cosa giocare (nelle scene), visto che stabilendo i propri “confini”… decide che saranno proprio quelli che si troverà ad infrangere. E mi pareva un potere narrativo molto forte a cui lo Spirito si deve attenere (ne LmvcP è… Leggi il resto »
Sull’asprezza ti assicuro, non c’è. O per lo meno, non era mia intenzione esprimere nulla di simile. Magari ho fallito il tiro diplomazia XD In tal senso, mi scuso. Per il resto, spero di esserti stato in qualche modo utile. Continuo a nutrire dubbi sul rendere casuale l’effetto degli eventi sulla psiche del protagonista. E vedo il ruolo di Spirito molto difficile: da un lato “fa tutto lui”, dall’altro non ha gran strumenti per farlo bene. Nella mia esperienza la FLAG che offre l’Aspirante è ottima, ma da sola non basta. Comunque, sarò curioso di vedere come il gioco si… Leggi il resto »
L’idea di svilupparlo meglio c’è di sicuro, poi vedremo cosa ne uscirà. 🙂
Per farti un’ultimo appunto, una “fonte d’ispirazione” è Baccanalia (è uno dei gdr che mi ha dato più soddisfazioni), dove chi gioca deve inventare/narrare sottostando al volere delle carte e non decide niente di niente… se non come raccontare. Non è deciso dai giocatori né l’esito finale né lo sviluppo della storia.
Di contro, ora mi rendo conto che qui delle scelte ci sarebbero e sono troppo in mano allo Spirito. Vedremo se riuscirò ad aggiustare il tiro.