Chef: Daniele Beninato
Titolo: Quella volta in cui
Descrizione sintetica:
Gioco competitivo per 4 giocatori nei panni di eroi fantasy ormai anziani che dovranno smussare i ricordi altrui.
Ammissibilità: Sì
Conteggio parole: 2.736
Link:
Chef: Daniele Beninato
Titolo: Quella volta in cui
Descrizione sintetica:
Gioco competitivo per 4 giocatori nei panni di eroi fantasy ormai anziani che dovranno smussare i ricordi altrui.
Ammissibilità: Sì
Conteggio parole: 2.736
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Wow, mi hanno chiesto di parlare di cosa rappresenti per me “il gusto del Game Chef”. Da non credere! Ormai sono una specie di aficionado: lo seguo dal 2010 e vi partecipo dal 2011. Secondo me, il Game Chef è una gran figata, perché costituisce un importante momento d’incontro per tutti i giocatori della community,… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Daniele Di Rubbo”
Il gusto del Game Chef è di essere costretto. Nel momento in cui entri in gioco, hai delle restrizioni, e devi combattere contro il tuo senso del ridicolo e dell’improbabile per dare senso a una lista di segnali. E sei costretto a metterti a confronto con altre persone, e a non dare nulla per scontato.… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Fabio Succi Cimentini”
Negli anni scorsi, il Game Chef è stata una corsa adrenalinica. Pochi giorni per trasformarsi da «Non ho idee, non c’è nulla di interessante che possa uscire dal mio cervello» a «Ho scritto un gioco. Ho scritto un cazzo di gioco!». È una sensazione esaltante, gratificante e difficile da ottenere. Il pregio principale del Game… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Ezio Melega”
Cosa dire del Game Chef? Per me, da quando ho cominciato a parteciparvi, nel 2012, è sempre stato un evento rilevante. Ogni inizio di primavera comincia con «Quand’è il Game Chef?». Un privilegio che ho avuto è stato quello di vederlo crescere: da contest comunque piuttosto localizzato (principalmente a partecipazione americana) a internazionale in poco… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Giacomo Vicenzi”
Il Game Chef, per me, è un bel gioco su uno dei miei argomenti preferiti: inventare giochi. Come in altri giochi, metà del gusto è diventare più bravo a ogni partita… Ricordo che, nel 2009, scrissi un gioco che, dopo la prima partita, abbandonai con frustrazione, perché mi ero stancato più che divertirmi. Nel 2013,… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Raffaele Manzo (Rafu)”
Il Game Chef è un ritrovo piacevole per tutti gli amanti del gioco di ruolo. È un concorso di scrittura creativa di regolamenti che permette di assaporare un’incredibile ventata di creatività nel giro di pochissimi giorni. Da parte mia, ho sempre trovato affascinante immaginare delle situazioni interessanti da mettere in gioco ma, come controparte, non… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Manuela Soriani”
Il gusto del Game Chef, per me, è l’accettare la sfida con sé stessi, contro il calendario, contro la pigrizia, contro il lavoro che pressa e che fa sì che tutte quelle mezze idee di design restino lì. Tutti gli ingranaggi e rotelle e pezzi di carrozzeria nella tua testa, senza i confini del Game… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Mattia Bulgarelli”
Ho partecipato al Game Chef solamente l’anno scorso ma, nella mia limitata esperienza, condivido con altri che hanno già scritto i giudizi riguardo a questo evento. È bello trovarsi una volta all’anno, con un tema originale, con ingredienti predefiniti, a cercare d’imbrigliare l’ispirazione, di dargli forma, e di farlo nei tempi limitati del concorso. Tutti… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Davide Pignedoli”
Ho scoperto il Game Chef nel 2016, e l’idea mi ha entusiasmato sùbito: nei mesi precedenti avevo provato una caterva di giochi diversi e mi era venuta voglia di progettarne uno io, ma non trovavo la disciplina per lavorarci seriamente, individuando un tema di fondo ed elaborando delle meccaniche con cui indagarlo. Partecipare a un… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Ivan Lanìa”
Se dovessero chiedermi qual è l’equivalente “maturo” dell’adolescenziale chiudersi in una stanza e lasciare il mondo fuori, be’, per me è il Game Chef. Si tratta di un’occasione unica per concentrarmi su un gioco in brevissimo tempo, con la consapevolezza di dover produrre qualcosa, costi quel che costi. Quindi l’ansia si trasforma in ansia produttiva,… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Antonio Amato”
Detto che ogni occasione è buona per pensare a un gioco e per scrivere un gioco, per me – che da alcuni anni sono ai margini della comunità “giochereccia” – il Game Chef è la migliore delle occasioni. Anzitutto c’è l’elemento del contest – della sfida – che, di per sé, produce quel piccolo aumento… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Angela Caputo”
Ciao a tutti, mettersi alla prova in pubblico è sempre qualcosa che mi ha spaventato: sono profondamente insicuro sulle mie doti e la paura di non risultare all’altezza degli altri può farti vivere davvero male. Fortunatamente, non è il caso di questo contest: è davvero un luogo di scambio di idee, di crescita, e dove… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Davide Falzani”
Vuoi sapere un segreto? Sì, perché si nasconde un segreto nel concorso chiamato “Game Chef”. La curiosità è il primo passo. Molti altri ne servono, per arrivare a trovare la risposta. Bisogna raccogliere la voglia di mettersi in gioco e di creare qualcosa: quelle nessuno te le può regalare. Gli ingredienti indicano la via, ma… Leggi tutto “Il gusto del Game Chef: Marco Andreetto”
PREMESSA Gioco di ruolo con forti elementi di gioco da tavolo. Alcuni editori potrebbero proporre di tagliare completamente la parte di interpretazione trasformandolo esclusivamente in un gioco di carte, plance e segnalini. PRO • Non ho avuto modo di provarlo ma dalla lettura le meccaniche sembrano ben congegnate per “spingere” la fiction secondo gli intenti del gioco. • Quello che a prima vista avrei descritto come un “CONTRO”, ovvero i 4 personaggi di 4 razze fantasy, in questo specifico caso diventa un repertorio mentale usato con intelligenza anche per personalizzare davvero i modi di giocare. CONTRO • L’esposizione è molto… Leggi il resto »
Ciao Helios, intanto grazie mille per il tuo feedback. Chiedo scusa se rispondo tardi ma non volevo darti una risposta frettolosa e il tempo è sempre poco. Seguo un po’ il flusso del tuo commento partendo proprio dalle prime righe. Perché dici che è un gioco di ruolo? Non mi pare di averlo mai definito così né mi pare ne abbia gli elementi o sbaglio? Sì, il gioco ha più il taglio di un boardgame destinato a giocatori di ruolo. Ne sfrutto appieno le esperienze fittizie comuni. In realtà ho voluto creare un boardgame con uno spazio immaginario condiviso. Le… Leggi il resto »
Ciao Daniele, l’impressione a una prima lettura è che fosse un GDR e perché ogni giocatore gestisce un suo alter ego ma soprattutto perché c’è una componente determinante di “Invenzione di fiction”. Non esistono altri giochi tabletop dove si inventi fiction attorno a un personaggio su cui il giocatore ha esclusiva autorità che non siano giochi di ruolo, a parte forse “Sì Oscuro Signore” che è un GDR travestito da gioco di carte. Dalla lettura l’ho trovato molto “trasversale” e credo sia proprio il suo vero punto di forza. Dico che è “allo stato grezzo” perché anziché avere delle carte… Leggi il resto »
Grazie Helios per la risposta. Devo dirti che questo è un aspetto inaspettato del mio gioco. Mi fa piacere che tu me l’abbia evidenziato ma ammetto che non era intenzionale. “Non esistono altri giochi tabletop dove si inventi fiction attorno a un personaggio su cui il giocatore ha esclusiva autorità che non siano giochi di ruolo, a parte forse “Sì Oscuro Signore” che è un GDR travestito da gioco di carte.“ Con questo vuoi dirmi che il mio gioco è innovativo e che avrà un ampio spazio nel mercato o che semplicemente è catalogato come GDR? 😀 Come dicevo in… Leggi il resto »
“…Con questo vuoi dirmi che il mio gioco è innovativo e che avrà un ampio spazio nel mercato o che semplicemente è catalogato come GDR?…” > Sì trovo il tuo gioco molto innovativo e PROPRIO A CAUSA DI QUESTO non può avere spazio nel mercato, che guarda solo le belle illustrazioni senza capire un nulla (ma nulla) di game-design. “…Non ci sono meccaniche che guidino alla costruzione di una BELLA storia quindi temo che il risultato in questi termini possa essere scadente…” > Come non ci sono BRAVIMASTER io credo che non ci siano neppure BELLESTORIE. Una volta che avete… Leggi il resto »
In Quella volta in cui, dei vecchi avventurieri ormai “in pensione” raccontano storie dei loro giorni di gloria e azione, litigando a volte sui particolari. Il gioco è competitivo, con i giocatori che cercano di ottenere la maggiore influenza possibile sulle varie storie raccontate. Per ogni “manche” (una vecchia impresa che viene ricordata e raccontata), ogni giocatore ha un obiettivo, rappresentato da un particolare elemento narrativo che deve inserire nella storia. I giocatori possono anche “smussare” i ricordi altrui, contraddicendoli o cambiandoli. Il gioco presenta una struttura basata su turni, azioni e punti quasi affine ai giochi da tavolo (anche… Leggi il resto »
Ciao Alberto, grazie infinite per la tua recensione e per l’analisi accurata. Apprezzo molto il tempo dedicato! Come avrai capito, non sono molto istruito sul game design e ti chiedo se puoi spiegarmi meglio perché consideri questo gioco un gioco di narrazione. è vero, c’è uno spazio immaginario condiviso ma lo ritengo una cosa che valorizza il boardgame. Cioè il design è partito dal boardgame arricchendolo con una fiction costruita dalle esperienze comuni dei giocatori. Capisco che il regolamento non sia chiaro su questo e potrebbe creare delle aspettative che non soddisfa. Effettivamente, se fosse un gioco che punta alla… Leggi il resto »
Quella volta in cui è un gioco narrativo competitivo in cui alcuni avventurieri ormai anziani rievocano le loro imprese di gioventù. Il gioco è competitivo perché ogni giocatore ha un obiettivo segreto da raggiungere; la storia viene raccontata a turno e attraverso l’uso di alcune azioni è possibile anche interferire con i ricordi altrui, “smussandoli” e dirottando quindi la narrazione verso il proprio obiettivo. L’uso di carte, segnalini e dadi come contatori conferisce un tocco di boardgame al gioco. Cosa mi è piaciuto del gioco L’idea in generale è molto carina, così come l’aspetto boardgamistico. Bella l’idea delle “Memoria del… Leggi il resto »
Ciao Lorenzo, grazie mille per aver dedicato del tempo a revisionare il mio gioco. Anzi, grazie il doppio visto che a causa del nome ambiguo ne hai dovuti revisionare due 😀 Anche a te rivolgo la domanda: Perché pensi sia un gioco narrativo? A questo punto è palese che ho sbagliato qualcosa nell’esposizione e nel chiarire gli obiettivi. Se il gioco crea delle attese di creare una bella storia, credo proprio non soddisfi le aspettative. Non ci sono meccaniche che guidino in questo e quindi condivido appieno tutte le tue perplessità. L’intento di design è di inserire uno spazio immaginario… Leggi il resto »
Avvertenza: questa recensione non arriva solo in ritardo, ma si porta dietro anche il carico di giornate non esattamente allegre. Questo solo per dire che avrei voluto fare di più e fare di meglio. Pertanto ti chiedo di prendere con le pinze ciò che ho scritto e di rispondermi qui o contattarmi di persona per parlarne (anche tramite Hangouts): ti devo una recensione più completa di quella che troverai qui sotto. Scusami. Quella volta in cui è un gioco competitivo per narrare le storie di un gruppo di avventurieri oramai in pensione. Dichiaratamente ispirato alle avventure vissute con il proprio… Leggi il resto »
Ciao Antonio, tranquillo, non preoccuparti! Il gioco è bello ma nella vita ci sono anche altre priorità!!! Grazie invece per aver condiviso comunque i tuoi commenti e congratulazioni per aver vinto. (e spero che il periodo difficile non c’entri nulla col tema del tuo gioco) Il gioco non nasce per raccontare una storia ma per evocare storie già vissute dal gruppo di giocatori. Le cita, ne fa un rimando ma non credo sia adatto a crearne delle storie nuove. O meglio, nulla vieta di riuscirci ma non ci sono effettivamente meccaniche che guidino la creazione di una bella storia. Ho… Leggi il resto »